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Med tech – cosa è e come funziona questo settore di innovazione


Per la rubrica #D1Jetpack andiamo alla scoperta del settore med tech.
La tecnologia? Tutta salute!

Alta intensità tecnologia e ingegneristica applicata alla sanità. Un approccio innovativo alla chirurgia e alla farmacologia, che prevede sempre più interazione tra terapia e diagnosi, una maggiore personalizzazione dei trattamenti e capacità di creare risparmi per la sanità pubblica.

Il “med tech” è un settore di innovazione su cui investitori e mercati (anche quelli di Paesi emergenti) sono particolarmente attivi e nel quale l’Italia gioca un ruolo molto importante attraverso un tessuto industriale eterogeneo, dove le piccole aziende e le startup innovative convivono con i grandi gruppi.

Med tech: definizione e ambiti

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’espressione “med tech” indica il settore delle tecnologie mediche e biomediche. Esso comprende le apparecchiature, le procedure e gli strumenti utilizzati per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento della malattia e per la riabilitazione.
Accanto a med tech si utilizzano anche le espressioni “healthtech solutions” e “life science”; con quest’ultima, ad essere precisi, si indicano principalmente le innovazioni nel settore farmaceutico.

In Day One, ad esempio, con il termine med tech intendiamo dispositivi medicali, strumenti chirurgici e chirurgia robotica, medicina personalizzata, sistemi di imaging avanzato e utilizzo dei big data per la diagnosi e la prognosi di patologie.
Med tech e life science sono due aree di innovazione che, più di altre (vd. clean tech o food tech), sono  caratterizzate da grandi fermenti e potenzialità, così come da iter burocratici e conflitti di proprietà intellettuale che rallentano l’accesso al mercato delle innovazioni.

FONTE: CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA DISPOSITIVI MEDICI

I numeri del settore med tech in Italia

Sotto la spinta di un numero sempre crescente di ricerche e di una diffusa circolazione delle conoscenze scientifiche e della ricerca, i numeri di startup e di brevetti in questo settore è in costante crescita.
L’intera dimensione del mercato globale delle innovazioni tecnologiche in ambito medicale ammonta a circa 430 miliardi di dollari USA.

Secondo Assobiomedica – la federazione di Confindustria che rappresenta le imprese del settore dei dispositivi medici che operano sul mercato italiano – ad aprile 2018 in Italia sono presenti 324 startup che sviluppano soluzioni e strumenti innovativi per la diagnostica o la terapia medica.

A fine 2017 (334 startup censite), la stessa Assobiomedica ha realizzato uno studio volto a fotografare nel dettaglio la realtà delle startup italiane del settore dei dispositivi medici. Da tale analisi emerge che più della metà delle innovazioni viene creata all’interno di centri di ricerca universitari:

  • il 43% nasce da spin-off universitari;
  • il 30% nei parchi scientifici e tecnologici;
  • il 2% sono spin-off aziendali;
  • 25% altro.

Il Distretto Biomedicale Mirandolese: eccellenza italiana

A proposito di parchi scientifici e tecnologici, l’Italia può vantare il primo polo di eccellenza europeo e uno dei primi al mondo. Si tratta del Distretto Biomedicale Mirandolese (in provincia di Modena): oltre 100 aziende innovative specializzate in prodotti plastici monouso, strumenti per la cardiochirurgia, la trasfusione, apparecchiature per la dialisi, la biopsia, l’oncologia e la ginecologia.

Cosa creano le startup med tech italiane?

Le startup med tech italiane sono attive, per la maggiore, nel settore delle biotecnologie e nell’ambito ICT, meno nei materiali avanzati e nelle nanotecnologie.

Per dare vita ad una startup med tech e trasformare la propria idea in un prodotto da lanciare sul mercato, l’iter è lungo e complesso.
Una tecnologia promettente è solo il primo tassello: oltre a trovare i finanziamenti adeguati (VC, bandi nazionali ed europei come Horizon 2020) bisogna considerare l’elemento tempo:

1) Innanzitutto, occorre classificare opportunamente il dispositivo, seguendo le apposite linee guida (che cambiano a seconda della destinazione d’uso del dispositivo);
2) Con i dispositivi medici altamente innovativi, occorre ottenere la marcatura CE per poterli immettere sul mercato e commercializzarli;
3) se il dispositivo deve essere rilasciato anche in mercati extra UE, occorre iniziare l’iter burocratico per ottenere le marcature corrispondenti (CFDA, ect).

Il percorso di autorizzazione all’emissione in commercio di un nuovo farmaco può richiedere tempi anche più lunghi.

Le startup med tech e life science, solitamente, nascono con una strategia di exit molto più definita rispetto a quanto avviene in altri settori di innovazione; esse, infatti, vengono assorbite dalle multinazionali del settore che, di fatto, detengono il monopolio della distribuzione.

L’esperienza di Day One nel med tech

In Day One abbiamo collaborato con molte startup in ambito med tech, sopratutto nella scrittura di progetti europei nel programma europeo Horizon 2020 e all’interno del programma ReInVenture.

Per la rubrica #D1Jetpack, andiamo insieme alla scoperta di alcune di esse!

NANO LIVE

Nanolive è una startup med tech svizzera nata al EPFL Innovation Park di Losanna.
Nanolive ha sviluppato una rivoluzionaria tecnologia frutto della combinazione di olografia e rotational scanning che si chiama Cell Explorer.

Tale tecnologia permette di determinare come la luce si propaga attraverso la cellula. In questo modo, si possono misurare le proprietà fisiche della cellula, cioè l’indice di rifrazione (RI). Il risultato è una tomografia cellulare quantitativa, in vitro senza alcuna invasione o preparazione del campione.

KRONOS DNA

Kronos DNA è una startup innovativa, spin-off della Federico II di Napoli, che si occupa di genetica della riproduzione. La tecnologia sviluppata da Kronos DNA consente di monitorare e contrastare l’infertilità.
Il team di Kronos DNA ha creato un kit, “One4Two”, che permette con un solo prelievo sull’uomo e sulla donna di ottenere una diagnosi dell’infertilità genetica della coppia, analizzando una quantità di geni molto più alta rispetto a quanto fanno i prodotti simili presenti oggi sul mercato.

OFTEN MEDICAL

Often Medical, nata da un gruppo di ricercatori dell’università del Sannio, ha sviluppato Guido, un innovativo kit epidurale basato su tecnologia in fibra ottica che rende l’anestesia epidurale più sicura ed efficace.

Guido permette di controllare il corretto posizionamento del catetere per un inserimento dello stesso di diverse decine di centimetri. Questa caratteristica in particolare ha delle ripercussioni importantissime dal punto di vista clinico in quanto consente sia di ridurre drasticamente le dislocazioni del catetere, sia di consentire al medico di raggiungere con il catetere spazi epidurali molto più cefalici partendo da un posizionamento dell’ago nella zona lombare o sacrale, evitando dunque il rischio di puntura midollare e le gravissime conseguenze ad essa connesse.

Analogamente, sempre grazie a Guido, il medico può raggiungere con il catetere la zona lombare partendo da un posizionamento dell’ago nello iatus sacrale annullando il rischio di fenomeni compressivi a carico delle radici lombari da parte di ematomi epidurali, il cui trattamento è urgente e di tipo neurochirurgico.

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