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La casa della qualità (House of Quality) per progetti di startup deeptech


House of Quality – la Casa della Qualità: quando l’innovazione ascolta davvero il mercato

*Aggiornamento 2025

House of Quality (HoQ) – la Casa della Qualità – modello per progetti di startup. A distanza di qualche anno, continuiamo a credere nel suo potere trasformativo, uno strumento tanto rigoroso quanto illuminante.
Lo riproponiamo oggi con qualche aggiornamento e una nuova esperienza concreta, tratta dal nostro lavoro con la ricerca e le startup DeepTech. Il contesto cambia ma le lezioni chiave restano sempre attuali.

Come trasformare il potenziale scientifico in soluzioni ad alto impatto

Questa tecnologia rivoluzionerà il mondo!”

Ecco la tipica posizione di partenza dell’innovatore, più o meno in qualsiasi campo, dalle cellule fino ai satelliti.
La passione degli innovatori spesso travalica gli ostacoli tecnologici, commerciali e organizzativi, catapultando il progetto in una dimensione futura ma che sembra lì, a portata di mano. Tutto questo ha della magia in sé, ma dobbiamo dirvelo: non è sufficiente.

Nel mondo della ricerca accademica le scoperte rivoluzionarie non mancano. Spesso, però, il vero ostacolo non è trovare qualcosa di innovativo ma portarlo davvero sul mercato. E proprio qui entra in gioco uno strumento potente e ancora poco conosciuto nel mondo universitario: House of Quality (HoQ) – la Casa della Qualità.

Nel nostro lavoro quotidiano con ricercatori, spin-off universitari e progetti deeptech emergenti ci confrontiamo spesso con una verità scomoda: il mercato è spietato con chi non sa ascoltarlo. Ma può diventare il tuo miglior alleato se impari a interpretarne il linguaggio.

La sfida della House of Quality: validare la ricerca in ottica di mercato

Partire dall’assunto: “Ho un’idea/una tecnologia e voglio portare sul mercato un prodotto rivoluzionario” è sempre stimolante. Il successivo quesito – “Come posso fare?”  –  però ne porta molti altri ancora: “Chi userà il mio prodottolo? Perché lo acquisterebbe? Cosa cambierà nella sua vita?”
Queste domande vanno affrontate alla base, prima ancora di pensare a come portare la propria tecnologia sul mercato.

In Day One abbiamo sviluppato un approccio strutturato per rispondere proprio a queste sfide. Lo facciamo partendo da un processo di validazione di mercato rigoroso, che affonda le radici nel marketing strategico, nello User-Centered Design e nella metodologia di House of Quality.

Philip Kotler ci ha insegnato che il marketing strategico è un gran bel modo per definire la propria Value Proposition e il proprio vantaggio competitivo. Lui sottolinea anche che debba essere il nostro cliente ideale a fornirci le informazioni chiave per sviluppare una soluzione vincente e a dirci – in qualche modo – che stiamo scavando proprio dove c’è la grande X sulla mappa.
Ora, detta così sembra facile, e in effetti lo è se segui la ricetta di Kotler passando per i seguenti macro-passaggi:

  1. La raccolta delle informazioni;
  2. L’analisi ed elaborazione di quanto raccolto;
  3. La sintesi e l’interpretazione.

La raccolta delle Informazioni (per la House of Quality)

Quando parliamo di raccolta di informazioni ci riferiamo ad una fase di ricerca/studio molto approfondita che punta a reperire il maggior numero di informazioni sul campo. Dobbiamo imparare a conoscerlo e per farlo abbiamo bisogno di studiare:

  • lo scenario applicativo ideale (o gli scenari) per la nostra soluzione. In pratica: in quali contesti la mia soluzione potrebbe svolgere un ruolo utile?
  • Le pericolose creature mitologiche che lo popolano: i competitors. Chi sono? Cosa offrono? In che modo soddisfano lo stesso bisogno?
  • “L’aiuto del pubblico”: gli end user. Interazioni, interazioni, interazioni! Chi può descrivere un problema meglio di chi lo sperimenta davvero? Da queste interazioni emergeranno delle lezioni preziose e consapevolezze nuove, come ad esempio che la vostra soluzione, così com’è stata pensata in partenza, non serve a nessuno. Fa paura, ma è un feedback utile quando si è ancora ad uno stadio di sviluppo iniziale.

Proprio su questo aspetto dell’ascolto focalizziamo tantissimo il nostro lavoro, in linea con il cosiddetto User-Centered Design. Si tratta di una metodologia di importazione USA che propone un processo di sviluppo prodotto centrato sull’utente per creare una soluzione che possa risolvere – e al meglio – un bisogno reale. Ora vi starete chiedendo: “Cosa ci faccio con tutti questi dati?!” Don’t panic! È qui che entra in gioco la famosa Casa della Qualità.

Cos’è la House of Quality?

La House of Quality (da qui in avanti HoQ) è uno strumento di importazione giapponese – parte del Quality Function Deployment. Essa consente di ottenere input e informazioni chiare sulle caratteristiche che il nuovo prodotto dovrà presentare in modo da poter rispondere efficacemente ai desiderata degli utenti finali. Come? Attraverso un’intelligentissima sintesi grafica – a forma di casa appunto – di tutti i dati raccolti, dando così un bello sprint alla (temuta) fase del decision making.
In pratica, permette a un team tecnico o scientifico di tradurre dati qualitativi raccolti dal mercato (interviste, benchmark, analisi dei competitor, requisiti normativi) in input ingegneristici chiari e prioritizzati.

House of Quality per progetti di startup

House of Quality per progetti di startup

Ecco cosa rende la HoQ particolarmente efficace per chi lavora nel mondo della ricerca applicata:

  • Mette l’utente finale al centro già nelle prime fasi di sviluppo;
  • Favorisce la collaborazione multidisciplinare tra team scientifico e area business;
  • Aiuta a fare scelte consapevoli su cosa sviluppare, cosa scartare e cosa validare.

Oggi la sostenibilità di un progetto di ricerca si misura anche nella sua capacità di generare impatto sul mondo reale.
La HoQ ti aiuta a colmare il divario tra scienza e mercato, trasformando risultati scientifici in innovazione applicata.

Quando usare la House of Quality per progetti di startup?

Nel nostro lavoro con progetti nati da università e centri di ricerca, usiamo la HoQ per:

  • Definire l’applicazione più promettente della tecnologia sviluppata in laboratorio;
  • Capire quali feature o caratteristiche tecniche sono davvero richieste dal mercato;
  • Indicare in modo strutturato priorità per l’R&D, evitando sprechi di tempo su direzioni non rilevanti;
  • Offrire criteri quantitativi e qualitativi per lo sviluppo di prototipi o MVP.

Un esempio concreto: Enigma

Nel nostro percorso di validazione e valorizzazione della ricerca, abbiamo affiancato Enigma, una startup deeptech nata da un progetto accademico in ambito forense e cybersecurity. Il team stava sviluppando una tecnologia avanzata per la tracciabilità invisibile dei documenti fisici tramite marcatori nanostrutturati.

Grazie all’applicazione della House of Quality e di altri strumenti strutturati, è stato possibile:

  • Identificare i segmenti di mercato più sensibili alla problematica (es. aziende, enti pubblici, PA);
  • Comprendere le priorità di adozione e i vincoli di utilizzo reale (es. usabilità, costi, conformità normativa);
  • Tradurre questi bisogni in requisiti tecnici concreti, su cui basare la progettazione e il go-to-market.

Oggi Enigma è una realtà attiva, con partnership in ambito legale, corporate e pubblico e continua a evolvere la propria tecnologia partendo da un’analisi profonda del problema da risolvere.

🔗 Scopri Enigma

Cosa ci insegna la Casa della Qualità – House of Quality

  1. Contesto prima di tutto
    Un’idea vale zero se non incontra un bisogno reale. La HoQ mette il mercato (e le sue regole, competitor, consumatori) al centro del processo.
  2. L’utente al centro
    Nessuna innovazione ha senso se non ascolti chi userà il tuo prodotto. La “voice of customer” guida il team R&D, senza se e senza ma.
  3. Efficienza integrata
    La HoQ evita iterazioni infinite e sprechi: una volta costruita, orienta in modo chiaro e condiviso le priorità tecniche.
  4. Qualità su misura
    La qualità non è solo fare “bene” qualcosa: è fare ciò che conta per il mercato. Specifiche e bisogni devono dialogare fin dall’inizio.

 

In definitiva possiamo dire che il valore aggiunto che ci porta la House of Quality può essere riassunto nella seguente citazione che è l’essenza più profonda del marketing: “The goal is to create a product that sells, not to sell a product.”

E noi di Day One, a distanza di anni e progetti, possiamo confermarlo: la House of Quality resta uno dei metodi più potenti per trasformare la voce del mercato in innovazione concreta.
Non è un documento ma un processo. Una guida strategica per chi vuole costruire qualcosa che non solo funzioni ma serva davvero.

Se stai lavorando a una tecnologia innovativa e se ti sembra che il tuo prodotto “non parli ancora il linguaggio del mercato”, scrivici. Ti aiuteremo a costruire una casa con fondamenta solide.

 

Articolo di Francesca Petrucci per Day One